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Pillola Catechistica

a cura della catechista Dina

Passa il cursore sulle immagini,

e scopri "la pillola"

che guiderà la tua settimana

Potresti incontrare

queste icone...

Un brano per riflettere

Un video per te

Un pensiero da conservare

Pillola catechistica: Immagine
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Mostraci il Padre

Filippo si mostra come colui che dice:

Guarda Gesù, che voglio veder anch’io adesso. Parli sempre del Padre; ce ne hai parlato tanto, faccelo vedere questo Padre!
Filippo, una persona piena di buon senso,

molto critica; uno che, con Tommaso, vuol vederci molto chiaro. Gesù, grazie a Filippo, ci mostra come si fa a vedere il Padre. Filippo è una persona molto pratica che non si ferma al primo sguardo,

è uno che annusa l’aria e sente che c’è qualcosa di più, per questo vuole qualcosa di più, non si accontenta. Voglio vedere anche io il Padre!

La annusa nell’aria la presenza di questo Padre,

ma non riesce a vederlo.

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Mostraci il Padre

Chiedere di vedere il Padre,

di potere incontrare il suo volto, di poterlo contemplare, non è semplice curiosità

e non è cosa banale, nell’intento biblico. Vedere il volto di Dio è via alla salvezza. Quel volto che non si poteva vedere:

chi lo vedeva moriva. Non si può vedere Dio e continuare a vivere.

Fammi vedere il volto, non è richiesta banale, è richiesta di vita eterna già da ora.
Vedo il tuo volto! Un figlio nasce quando vede il volto della madre,

se no ancora non esiste.

Noi esistiamo quando vediamo il volto.

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Mostraci il Padre

Tutta la vita è ricerca di questo volto:

perché l’uomo è inquieto?

Cerca un Volto e lo cerca dappertutto.

Ringraziamo Filippo di questa domanda,

è la più bella domanda che poteva fare,

dopo quella di Tommaso.
La risposta di Gesù è la cosa più difficile

per noi: chi vede me vede il Padre! Gesù evidenzia

la sua origine divina

ma ancor più evidenzia il fatto che Lui

e il Padre sono una cosa sola. Nel volto

del Padre del Figlio si entra nella bellezza

della Trinità che sembra impossibile

da cogliere e che scandalizza

le altre religioni monoteistiche.

 

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Mostraci il Padre

Ma è così: guardami e vedilo.  Mentre lo vedi illuminati. Illuminato saltella di gioia.

Saltellando diventa annunciatore.

Non c’è niente da imparare e da insegnare,

il Volto del Padre nel Figlio è tutto

da vivere. Lo Spirito muove il nostro cuore che attende di poterlo incontrare e l’emozione di quanto sta avvenendo avvolge tutta la nostra persona, il nostro corpo, la nostra esistenza. Perché i discepoli non hanno visto il volto del Padre sul volto di Gesù? Perché si aspettavano un altro Dio! Perché noi non riusciamo a vedere il volto del Padre in mezzo a noi? Perché non sappiamo guardare. Ce lo abbiamo davanti in ogni momento, in ogni persona sana o malata che incontriamo, povera o ricca, umana e non animale
 

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Mostraci il Padre

 Vediamo ma non contempliamo, per questo non sappiamo riconoscere. Siamo talmente pieni delle nostre false preoccupazioni indotte anche da chi ci vuole dominare solo perché riceve qualche voto in più, che non riusciamo più a vedere e non riusciamo più a desiderare. 

Mostra il Padre e ci basta!

 

Che questo desiderio possa rinascere in noi e che questo desiderio metta in moto quella capacità di contemplazione, di andare oltre che perdiamo continuamente per strada.

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Non sei orfano

"Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentite soli, trascurati, vilipesi, incompresi, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un'infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!"

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Il pane della vita

Gesu' esce allo scoperto, e grida solo Io sono il Pane di Vita.  Altri pani saziano

il bisogno di fame fisiologico; lui invece sazia per sempre, come carburante che

ci traghetta in quella vita dove saremo assieme a Lui per sempre. 

Il Pane Eucaristico risulta essere la medicina per la nostra vita spirituale: guarisce il peccato e sostiene nella lotta contro il demonio.

Alle tue mani Signore affido il mio spirito.

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Cosa dobbiamo fare?

 

 

In quel periodo, certamente le persone

erano ancora legate moltissimo ad una religione

fatta di regole, di rispetto dei precetti, di esteriorità,

cosa ben lontana dalla "relazione in Spirito e Verità

di cui parla Gesu' Cristo.

Anche oggi, in fin dei conti, il Cristianesimo

spesso è solo una questione di novene, catechismi,

pellegrinaggi.. è il non riuscire a perdonare torti subiti,

a non amare veramente il proprio marito, moglie,

sorelle e fratelli. Noi dobbiamo lasciare che il Signore

ci incontri, che venga Risorto nel nostro cuore;

dobbiamo fare esperienza di Lui.  

Chiediamogli allora, come ha fatto Maria di farci aprire

i nostri occhi e lasciamoci infiammare dallo Spirito Santo

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Tu, chi sei? 

 

 

Gesu' tu chi sei per me?

Una persona amica, frequentata nella preghiera quotidiana e nella carità fraterna, oppure uno sconosciuto?

Potrebbe capitare di partecipare a ogni Messa, recitare infiniti Rosari, frequentare sacerdoti

e ambienti clericali, ma in modo solo meccanico, e allora, in questi ultimi giorni di  Quaresima chiediamoci:

Abbiamo conosciuto il vero Dio di Gesu' Cristo?

Pillola catechistica: Testo
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Vuoi guarire?

 

 

E' Gesù in questo brano di Giovanni che pone

la domanda a tutti i suoi figli e non.

Ma noi prima di tutto dobbiamo esaminarci

e trovare le nostre infermità, riconoscerci malati,

perché Lui ci ama e vuole

che noi torniamo ad essere sani.

Quando il peso della croce si fa pesante è facile fermarsi,

ma è proprio in quel momento che dobbiamo ascoltare

e accogliere l'invito di Gesù: Alzati prendi la tua barella

e cammina". Aggrappiamoci alla mano che ci viene tesa

e lasciamoci rimettere in piedi, consapevoli che il peso

della nostra "barella " è condiviso sia con altri fratelli

che pregano per noi sia da Colui che mai ci abbandona.

Pillola catechistica: Immagine
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Fino a 70 volte 7

 

 

Perdonare è un verbo molto difficile per noi uomini, specialmente se abbiamo qualche screzio con qualcuno.

Gia' perdonare 1 sola volta, ingoiare quella pillola ci pesa così tanto figuriamoci 77 volte sette.

Nella parabola Gesù ribalta la situazione, ci fa vedere il problema da 2 punti di vista, quello del perdonato e colui che deve perdonare, e certamente cambia moltissimo.

Vorremmo tutti essere solo in quella del perdonato, perche' ci sentiamo sempre in debito di qualcosa, ma la maggior parte delle volte, senza neanche accorgercene siamo dall'altra parte.

Allora fermiamoci un attimo e pensiamo che se chiediamo il perdono a Dio  dobbiamo anche essere capaci di darlo questo perdono come Lui ha fatto e ci ha insegnato.

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Rimanete in me

 

 

 Sembrerebbe uno di quegli imperativi stonati per quelle che sono

le ambizioni di libertà costitutive dell’uomo. Come se Gesù

ci volesse solo per lui, a lui incatenati in una stanza qualsiasi

della sua casa, condannati ad un carcere eterno.

In realtà lo sappiamo bene: l’uomo non ha mai ascoltato i consigli

di Dio e ha sempre fatto di testa sua.

Come il figlio minore del Vangelo ha deciso di andarsene

e se ne è andato. E Dio glielo ha sempre permesso! 

Rimanete in me non è un imperativo obbligante, non è il bloccare

le nostre spinte autonome, gli slanci, la creatività che contraddistinguono l’uomo e la sua natura evolutiva. Rimanete

è come dire: per favore aspetta qui davanti a me, ti sto facendo

più bella di quello che sei. Non temere, ti sto plasmando

per il tuo bene, per la tua felicità. Non scappare. L’esempio più lampante che mi viene in mente è quello dello scultore.

Continua
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Rimanete in me

 

 

Sappiamo che fra tutte le arti la scultura lavora

per sottrazione piuttosto che per addizione.

Se pensiamo alla musica, pensiamo a tante note che si aggiungono

ad un pentagramma, o a suoni che si aggiungono al silenzio.

Se pensiamo al disegno pensiamo a fogli o superfici che vengono colorate e quindi riempite.

E a noi diciamocelo: ci piace essere riempiti, mascherati, truccati, vestiti. Non ci piace invece essere spogliati, denudati, privati.

Ecco invece lo scultore fa proprio questo: toglie qualcosa

e lo fa con colpi decisi di scalpello.

Lo scultore pota come il vignaiolo, lo scultore ti priva di qualcosa

a colpi continui di martello. Ma se lo fa è perché vede l'opera,

dietro il blocco di marmo o come Mastro Geppetto

vede già Pinocchio nel ceppo di legno.

Ecco, Dio vede quella meravigliosa creatura che siamo noi dentro l’umanità di cui siamo stati plasmati.

Per questo ci dice: rimanete nel mio amore. Stai fermo piccolo.

Non vedi che sto facendo di te, quello che sei veramente?

Pillola catechistica: Immagine
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Fare deserto, serve?

 

 

FACCIAMO UN ESERCIZIO

Prova a fare un po’ di silenzio, almeno per 5 minuti.

Fa questo esercizio ogni volta che ti prende la rabbia,

e ti porterebbe a rispondere male ai genitori,

ad un amico, ad un’insegnante o a chiunque.

Liberati per un periodo piccolo di tutto il rumore

che c’è intorno, ai tanti oggetti che hai per le mani,

alla tv, al telefono e concentrati

solo sul tuo amico Gesu’

A pregare s’impara, come si impara a parlare

e ad essere amici, pregare vuol dire ascoltare

con fiducia la voce di Dio.

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Le Ceneri

 

 

Siamo ormai giunti alla fine del Carnevale,

e come di consueto domani 

sarà il Mercoledì delle Ceneri.

Ma sappiamo veramente

cosa vuol dire e come funziona? 

Vi propongo questo video indicato

per i più piccoli, ma utile, per la sua semplicità, anche per tutti gli altri.

 

BUONA QUARESIMA A TUTTI

Pillola catechistica: Video
progettato mondo
In principio 

 

 

Dio desidera che tutto il Creato sia nella luce

e separa questa, dalle tenebre.

Al buio della notte

segue sempre la luce dell’alba nuova.

Nessuna notte è troppo buia

da non vedere:, c’è sempre un bagliore,

una stella, se solo la si vuole vedere.

In principio è la bontà di Dio

e la bellezza della Creazione: tutto questo

è Amore di Dio, che traccia ogni realtà

e rende palese il disegno meraviglioso

del Creatore. 

Continua
progettato mondo
In principio 

 

 

Non dobbiamo soffermarci solo ad uno sguardo esteriore quando ammiriamo l’universo,

ma dobbiamo essere capaci di lodarlo

per le meraviglie che ci ha donato.

E allora fermiamoci un istante in più

a contemplare l’alba, il tramonto, un fiore, l’oceano,

un bambino che gioca e ringraziamo il Signore

per tutto questo.

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La tempesta sedata

 

 

Perché avete paura? Non avete ancora fede?

Queste sono le domande che Gesù rivolge

ai suoi discepoli e che rivolge anche a noi oggi.

Ormai viviamo in una vita piena di bufere,

di tempeste di momenti bui carichi di pioggia, vento,  terremoti che si affacciano all'improvviso

e ci sconvolgono.

In queste situazioni in cui ci sembra come se un pugno

di sabbia ci scivolasse dalle mani,

ecco che Lui si fa strada dentro di noi e con un colpo

di bonaccia, si affianca e risolleva da quel pozzo,

in cui neanche la più grande delle tue paure può

metterti all'angolo.

​

​

Pillola catechistica: Testo
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Il Consolatore

 

 

Poco prima di portare a compimento la Sua missione,

Gesù spiegò agli apostoli che sarebbe dovuto tornare

al Padre e che non sarebbe più stato lì con loro.

Tuttavia, consapevole delle grandi tribolazioni

che questi avrebbero dovuto affrontare,

promise loro che non li avrebbe lasciati da soli

ma che gli avrebbe fornito un compagno costante,

un Consolatore, che li avrebbe guidati e consigliati

in tutte le cose.

«E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un Consolatore,

perché stia con voi in perpetuo, Lo Spirito della Verità. […]

e il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà

nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà

tutto quello che v’ho detto» (Giovanni 14:16, 26).

Continua
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Il Consolatore

 

 

Ma cos’è veramente lo Spirito Santo?

Come possiamo averlo nella nostra vita?

E come si manifesta?

Vi sono molte credenze su questa persona 

della trinità, spesso confuse e contrastanti.

Egli ci aiuta a discernere ciò che è giusto

da ciò che è sbagliato e,

se glielo permettiamo,

ci guida nelle scelte della nostra vita quotidiana.

Magnifica i nostri sforzi e tramite la sua influenza,

può farci sentire il potere dell’Espiazione,

nella nostra vita.

Continua
Pillola catechistica: Immagine
Pillola catechistica: Immagine
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Il Consolatore

 

 

Viene conferito mediante l’imposizione delle mani,

da parte di un detentore del Sacerdozio

di Melchisedec dopo che l’ordinanza battesimale

è stata celebrata.

Quando strettamente necessario, lo Spirito

può scuoterci o toccare il nostro cuore

in modo possente attraverso episodi straordinari.

Nella maggior parte dei casi però,

saremo noi a dover ascoltare con attenzione

per sentire ciò che Egli ha da dirci.

 

Peccare contro lo Spirito Santo significa negare

deliberatamente Cristo dopo aver ricevuto

la perfetta conoscenza di Lui tramite

la testimonianza dello Spirito.

Continua
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Il Consolatore

 

 

Dio e Gesù Cristo desiderano

che ognuno di noi ottenga la felicità

in questa vita e ritorni alla Loro presenza

nella vita a venire. Attraverso lo Spirito Santo,

tutto questo è possibile, poiché egli ci aiuterà

ad affrontare al meglio il viaggio della vita.

​

Dallo Spirito Santo vengono dei doni

che possiamo leggere nella figura soprastante, soffermiamoci su ognuno di essi e proviamo a "sfruttarli" nella nostra vita di ogni giorno.

Bambini con coperta
Un amico fedele

 

 

- QUANTI AMICI HAI?

 

- DI QUESTI QUANTI

CON LA A MAIUSCOLA?

 

-QUANTO CONTA L'AMICIZIA PER TE?

 

-QUANTO E' DIFFICILE RIMANERE AMICI?

Pillola catechistica: Immagine
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L'ultimo posto

 

 

“Dunque, non dobbiamo cercare di nostra iniziativa l’attenzione e la considerazione altrui,

ma semmai lasciare che siano gli altri a darcele.

Gesù ci mostra sempre la via dell’umiltà …

perché è quella più autentica, che permette

anche di avere relazioni autentiche. …

L’ultimo posto – dicono i Rabbini – è il posto di Dio

che crea il mondo e poi si ritira dalla sua totale

onnipotenza per fare posto alla creatura   

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L'Eco di Betlemme

 

 

Ormai siamo quasi arrivati al Natale!

Il momento tanto atteso si avvicina e come ogni evento

importante che si rispetti, in queste quattro settimane

abbiamo dedicato molto tempo a prepararci.

Abbiamo vegliato,

ci siamo messi in cammino per preparare la strada,

ci siamo lasciati guidare dalla Luce e infine,

abbiamo accolto un Annuncio.

Se con la mente torniamo a più di 2000 anni fa,

possiamo renderci conto di come (simbolicamente)

questa settimana sia stata per Maria e Giuseppe la più dura

della loro vita: forse un pò di "durezza" di quei momenti

la stiamo rivivendo anche noi oggi, con tutte queste

limitazioni e restrizioni che non ci permettono di vivere

questa festa con tutti i parenti e familiari

che vorremmo avere intorno dopo tanti mesi di sofferenza.

Continua
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L'Eco di Betlemme

 

 

Ebbene, anche Maria e Giuseppe erano soli nei giorni

in cui per Maria si compirono i giorni del parto;

non vennero neanche accettati in una locanda,

come potrebbe capitare oggi a noi negli ospedali

o nei pronto soccorso, dove mancano per l'appunto

i posti letto, e dovettero ripiegare

su una stalla e una mangiatoia.

E' una storia che noi viviamo con molto stupore,

gioia, e allegria ed è giusto che sia così,

poiché Dio ci regala se stesso con le sembianze umane,

ma al tempo stesso forse, proprio quest'anno,

potremo fare maggiormente memoria

delle difficoltà grandi che questa storia porta con sé.

Continua
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L'Eco di Betlemme

 

 

Proviamo allora a entrare in quella storia, in quei momenti difficili ed essere dei "reporter":

immaginate di dover scrivere un articolo su quei momenti, intervistare i testimoni, come i pastori

o i contadini , o Maria e Giuseppe stessi,

di raccogliere immagini e un titolo davvero

importante per un evento così grande.

​

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La vera gioia

 

 

Il Signore non è venuto, infatti, ad eliminare il dolore,

ma a trasformarlo con la potenza del suo amore.

Immersi nell’amore sanante e liberante di Cristo morto

e risorto, noi siamo in grado di sopportare le pene,

i contrattempi, le malattie con la certezza

di poter puntare ad una gioia senza fine,

che fin da ora possiamo pregustare, ma che sarà

pienamente goduta nel Paradiso.

Pillola catechistica: Testo
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L'ansia offusca la mente

 

 

Confidare nel Signore vuol dire coltivare

la virtù della SPERANZA. 

               Il Cristiano di fronte all'ansia deve provare

a reagire con quella SPERANZA CHE DIVAMPA 

perché mantenuta accesa per SEMPRE dal Risorto.

​

PER IL 2021 VI AUGURO CHE DIO

VI DONI IL CONFORTO PER OGNI DELUSIONE

DELLA VITA, LA SOLUZIONE PER OGNI

COMPLICAZIONE E LA GIOIA PER L’AMORE

CHE SI DONA, E CHE SIA MIGLIORE

DI QUELLO CHE CI STA LASCIANDO.

​

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La vera gioia

 

 

È normale, dunque, cercare di vivere nella gioia,

allontanando dalla propria vita tutto ciò che può recare

tristezza e malessere. Il problema è però capire

che cos’è la vera gioia e dove si può trovare.

Chiariamo subito che la gioia autentica non coincide

con la semplice allegria, con l’euforia di alcuni momenti

di “sballo” o di divertimento, con gli sprazzi di piacere

che possono derivare da sollazzi più o meno leciti,

i quali non di rado lasciano solo una grande amarezza

e un pauroso vuoto interiore.

La vera gioia è interiore. Non viene dal di fuori,

ma dal di dentro. Precisamente viene da Dio,

il quale agisce nel cuore dell’uomo, ricolmandolo

della sua grazia, ossia del suo amore

gratuito e incondizionato.

Continua
Pillola catechistica: Video
Pillola catechistica: Testo
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La vera gioia

 

 

Sperimentare l’amore di Dio,

lasciarsi condurre da esso docilmente,

senza opporre resistenze, significa immergersi

nella gioia più autentica. Una gioia che,

come insegna San Paolo, è “frutto dello Spirito Santo” (Gal 5, 22), perché ci fa sperimentare l’amore,

la pace, la benevolenza, la fedeltà di Dio.

Una gioia che dona pienezza di senso alla nostra esistenza e ci proietta nella speranza,

che è la vera forza del nostro quotidiano vivere,

perché ci fa vincere anche la paura della morte

e ci fa credere nell’eternità beata.

Continua
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Tutto in quell'<<Eccomi>>

 

 

Maria era fidanzata di Giuseppe. Si sarebbero sposati

presto.  Ma Dio si rivolge a Lei e cambia i suoi piani

(e anche quelli di Giuseppe).

Spesso noi ci organizziamo a nostro modo

e facciamo i nostri progetti. Se Dio disfa i nostri piani,

è perché ci invita a cose più grandi.

 

Io&Dio - pensiamoci su:

facciamo silenzio intorno e dentro di noi e riflettiamo

1)    Quali progetti ho in questo momento?

2)    Come reagisco quando qualcuno scombina i miei progetti?

3)    C’è spazio nella mia vita per le novità?

Pillola catechistica: Immagine
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Avvento

 

 

Questo periodo coincide anche con un periodo di attesa,

situazioni che ricorrono quotidianamente nella nostra vita

e che ci sono familiari: come attendere i figli che tornano da scuola,

attesa di un  lavoro, che il traffico si risolva presto

o come cose più importanti come la risposta di un esame medico,

un traguardo accademico o una promozione.

 

Risollevatevi e alzate e il capo,

perché la vostra liberazione è vicina»

dice Gesù.

 

Ma oggi ognuno di noi deve chiedersi: io che cosa attendo?

Il mio cuore verso cosa protende? 

 

Per poterlo scoprire dobbiamo imparare a rifugiarci nel deserto, a distaccarci dalle cose materiali e porci in ascolto della Parola di Dio, svuotandoci di tutto ciò che è falso rinunciando al nostro egoismo e lasciando libero spazio solo a Colui che viene.

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<<Ecco, è un popolo dalla dura cervice>>

 

 

Questa pandemia che ha colpito tutto il mondo,

il lockdown, il distanziamento sociale,

ci ha riavvicinato a noi stessi restituendoci

una nuova dimensione del vivere?

                                                                                                                  Forse Dio ci ha voluto dare un’opportunità:

ma noi siamo stati capaci di tornare all’essenziale,

di occuparci delle cose che veramente contano,

del reale pericolo di vita che tutti stiamo correndo,

di ciò che veramente ci serve per essere felici?

 

Siamo stati capaci  e coraggiosi nel lungo isolamento

di parlare con noi stessi o abbiamo avuto paura

ed abbiamo coperto lo stato con innumerevoli cose

per paura di incontrarci?

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<<Ecco, è un popolo dalla dura cervice>>

 

 

Facciamo finta che questo Covid stia gettando dei semi

e che parte di essi cadano sulla strada,  

speriamo che non vengano calpestati e mangiati dagli uccelli, che altri cadano sulla roccia e che non vengano a seccarsi

per mancanza  di acqua, che alcuni non vengano soffocati dalle spine in mezzo ai cespugli, ma soprattutto speriamo

che i semi caduti su terreno buono non vengano

ad azzerarsi ma facciano crescere una rigogliosa pianta

che possa aiutare tutto il resto a cambiare  veramente

e a far grande tesoro di questa durissima esperienza.

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Che vuol dire essere cristiani?

 

 

Cominciamo quindi con una domanda,

spesso la più gettonata:

 

Che cosa vuol dire essere cristiani?

 

Nel video che trovate, realizzato dalla

Diocesi di Roma, troverete alcuni spunti

per riflettere.. dopo averlo visto, ti propongo

di rispondere personalmente a due domande:

1) cosa significa per me essere cristiano?

2) qual è il primo passo per diventarlo? 

Pillola catechistica: Testo
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La vera gioia

 

 

Gesù è interessato alla nostra gioia, pensate

che la parola Gioia è ripetuta 246 volte nella bibbia!

Vivere come discepoli di Gesù Cristo non significa

vivere una vita triste e di privazione assoluta,

ma è l’opportunità di vivere una vita ricolmi della gioia

di Dio nonostante le battaglie della vita!

La gioia che non è condizionata dalle circostanze,

ma che ci condiziona affinché possiamo vivere

nelle nostre circostanze con la forza di Dio!

La gioia di Cristo vuole dimorare nella nostra vita

e donarci quella forza di cui abbiamo bisogno

per continuare a servire Dio in ogni tempo!

La tristezza e lo scoraggiamento sottraggono

energia all’uomo, mentre la gioia di Dio

aumenta le nostre forze.

Continua
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